INPGI, CLAMOROSA RETROMARCIA DEL GOVERNO SUL COMMISSARIO: NON SARÀ AUTOMATICAMENTE IL PRESIDENTE

L'aula della Camera dei deputati

Ufficio Studi e Ricerche di Puntoeacapo

Non va in porto la nomina della presidente dell’Inpgi a commissario ad acta dell’istituto. Il governo ha profondamente modificato la norma originariamente contenuta in un articolo della Legge di Bilancio.

L’esecutivo di Giorgia Meloni, nonostante il tentativo iniziale di alcuni suoi componenti ben conosciuti dalle parti di via Nizza, si è reso conto di non poter inserire una norma ordinamentale in una legge finanziaria. Nel testo approvato in prima lettura dalla Camera continua a figurare il commissariamento se entro il 31 gennaio 2023 non dovesse essere approvato il nuovo statuto dal consiglio generale dell’Inpgi. Ma il commissario, nel nuovo testo, non sarà automaticamente il presidente. Anche se non è detto che non possa esserlo. Deciderà il ministro del Lavoro di concerto con il ministro dell’Economia, non altri.

La parola passa dal 27 dicembre al Senato che difficilmente cambierà anche solo una virgola della Legge di bilancio, considerando il rischio dell’esercizio provvisorio.

Comprensibile il rammarico al quarto piano dell’istituto, dove la nomina di Marina Macelloni a commissario era vista come la strada per approvare lo statuto del nuovo Inpgi secondo criteri cari alle nomenklature facenti capo a una maggioranza che non riesce a chiudere un contratto di lavoro dal 2014.

Uno statuto che non aveva raggiunto in consiglio generale la maggioranza qualificata e dunque non era stato approvato a giugno 2022. Per arrivare alle nuove norme costitutive e regolamentari che dovranno consentire l’elezione degli organi di governo di quel che resta dell’Inpgi privatizzato occorrerà pazienza e soprattutto un accordo con l’opposizione.

Se si vuole leggere il testo della nuova norma è sufficiente consultare l’articolo 236-ter del testo approvato dalla Camera, il quale stabilisce che “decorso inutilmente il termine del 31 gennaio 2023 (…), i Ministeri vigilanti nominano un commissario ad acta. Il commissario, entro tre mesi, adotta le modifiche statutarie previste dalla legge e le sottopone all’approvazione ministeriale”.

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